Educare all’attività fisica
La definizione di “educazione” implica l’apprendimento dell’insieme delle norme, delle attività che sviluppano nell’uomo determinate facoltà e attitudini. Nelle scuole esiste una materia chiamata “educazione fisica”, che ha il compito di trasmettere un profondo messaggio dell’importanza di fare attività motoria. Ma spesso non accade o perlomeno rimane solo quell’ora chiusa tra parentesi che non viene accentuata e enfatizzata nel resto del tempo. Proprio qualche giorno fa parlavo con una paziente di fare attività fisica e la risposta è stata “…penso di non aver voglia, di non essere stata abituata…” Qui sta il problema. Non siamo stati educati, cioè non abbiamo imparato a muoverci, a ripetere questo comportamento fino a farlo diventare automatico. In effetti noi assumiamo dei comportamenti che riteniamo parte della routine e non facciamo nessuna riflessione su di essi. Mi alzo, mi lavo, mi vesto, comportamenti che nell’educazione condivisa sono fondamentali e i genitori trasmettono e sottolineano quotidianamente questo tipo di insegnamento, valutandoli come priorità. Questo mi ricorda Maslow che negli anni tra il 1940-50 delineò una piramide di bisogni primari (bisogni fisiologici come fame e sete, bisogni di protezione, bisogni di appartenenza, bisogni di stima, di successo, bisogni di realizzazione di sé). Ora non trovo il bisogno di assumere un’attività fisica che permetta all’organismo di mantenere uno stato di salute.
Che Maslow avesse sbagliato??
Temo proprio di no!!Ciò che è certo è che lo studioso viveva ancora in un’epoca (il dopo guerra), in cui il cibo non era in esubero, eccessivo come in questi ultimi vent’anni, non c’erano problemi di obesità e sovrappeso, non esistevano malattie croniche dovute a una malnutrizione e dubito fortemente che l’Organizzazione Mondiale della Sanità parlasse dell’obesità in termini di epidemia!!
Ora tutto questo esiste, il 2000 è stato un anno di svolta in cui il numero di persone in sovrappeso è stato maggiore di quello in sottopeso. Non voglio soffermarmi su una disquisizione rispetto al progresso e a ciò che ha portato. Pongo la lente di ingrandimento sull’importanza di educare le nuove generazioni all’attività fisica, non solo sportiva, perché ricordiamo che possiamo essere persone sedentarie che fanno sport!! Insegnamo loro ad avere un stile attivo nella quotidianità, insegnamogli che è meglio una corsa con l’amico che una partita di playstation, a prendere la bici piuttosto che farsi accompagnare, a suggerirci di parcheggiare lontano piuttosto che fuori dal negozio. Educhiamoli, come gli insegnamo a lavarsi i denti, a salutare quando si incontra una persona, a scusarsi se si crea un danno. Permettiamoli di entrare nella mentalità che l’attività fisica quotidiana ha la stessa valenza di respirare, mangiare, lavarsi.
E non cadiamo nel tranello di credere che la salute non abbia questo logaritmo. Gli ingredienti ci devono essere tutti e l’aspetto del muoversi è un pilastro che nell’attuale scenario storico, culturale e sanitario prende una valenza necessaria e indispensabile.
E allora non aspettiamo domani. Iniziamo oggi, stasera, ora. Infiliamo le scarpe e usciamo a camminare con l’idea che domani ripeterò quest’azione con un solo importante pensiero:”educarmi a uno stile di vita attivo!”
Dott.ssa Veronica Gobbetto Psicologa e Psicoterapeuta
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